Fare tante cose non significa essere produttivi e neppure focalizzarsi unicamente sugli obiettivi da raggiungere o su qualche deadline a scapito di tutto il resto è sinonimo di produttività.

Il punto è che oggi viviamo in una nuova economia, ma siamo  ancora  pesantemente influenzati dalla vecchia ideologia industriale: bisogna lavorare duro e faticare per ottenere qualcosa. In più, sono parecchi che sostengono che bisogna sudare sette camicie. Come conseguenza, tanti corrono qui e là come laboriose formiche, credendo che ci sia qualcosa di sbagliato a non sentirsi stressati, convinti che questo modo di fare li porterà al successo, alla realizzazione personale.

In realtà, già nel 1918, ad esempio, Charles Michael Schwab, Presidente della Behlehem Steel Corporation, chiese consiglio a Ivy Lee, uno dei padri fondatori delle PR moderne, su come aumentare l’efficienza e la produttività del suo team nello svolgere i loro compiti.

Lee chiese di poter passare 15 minuti con ognuno dei suoi dirigenti, dicendo che non chiedeva alcun compenso ma, che se il suo metodo funzionava, dopo tre mesi avrebbe potuto inviargli un assegno con la cifra che riteneva più opportuna.

Il metodo spiegato da Lee era davvero molto semplice:

1) alla fine di ogni giornata lavorativa scrivi le sei cose più importanti da compiere domani;

2) elenca questi sei obiettivi in ordine di priorità;

3) quando arrivi  al lavoro, domani, concentrati solo sul primo punto della lista. Focalizzati sul primo compito fino a quando non lo hai completato. Solo successivamente passa al secondo;

4) affronta il resto della lista allo stesso modo e alla fine della giornata, se vi sono delle cose che non hai completato spostale alla nuova lista di obiettivi per domani;

5) vai avanti così

Dopo tre mesi Schwab era talmente soddisfatto da inviare a Ivy Lee un assegno del valore di 25,000 dollari, che al valore attuale sarebbe quasi di mezzo milione!